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Aumentano le badanti italiane e pensano a professionalizzarsi

Pubblicato il 24-09-2019 in Lavoro e formazione

Cambia l’identikit della badante. Le nostre connazionali fanno concorrenza alle badanti dell’Est. In forte aumento le badanti qualificate in possesso di un diploma come assistente familiare .

In forte crescita le badanti italiane

Tradizionalmente la badante è una donna straniera – di solito rumena – di età compresa tra i 40 e 50 anni. Fa questo lavoro più per necessità che per virtù. Non ha titoli di studio, lavora duramente e si è formata sul campo.

La crisi economica e i nuovi flussi migratori stanno tuttavia modificando questo stereotipo. La platea delle badanti in cerca di lavoro è oggi molto più variegata rispetto al passato. Troviamo praticamente tutte le nazionalità e anche i più giovani stanno facendo il loro ingresso su questo mercato. Molte di queste persone sono emigrate in Italia per trovare un impiego o una vita migliore. Sono persone istruite, hanno conseguito un diploma nel proprio paese d’origine e in molti casi sono anche laureate.

Anche le nostre connazionali stanno dimostrando un crescente interesse verso questa professione.  La possibilità di trovare un impiego stabile, e tutto sommato ben remunerato, non è sfuggita a molte italiane, che si sono reinventate una professione dopo aver perduto il posto fisso in fabbrica o in azienda.

Gli ultimi dati ISTAT registrano infatti un forte aumento delle badanti italiane che hanno superato quota 88mila (+17,3%).

Vale la pena notare che i dati Istat si riferiscono alle badanti con un regolare contratto ma non tengono conto della maggior parte delle badanti che lavorano al nero. Questo è il caso, per esempio, di tante giovani ragazze madri e di tante casalinghe che cercano un impiego come badante, solo la mattina o il pomeriggio, magari per arrivare alla fine del mese o per arrotondare lo stipendio del coniuge.

 

Le badanti pensano a professionalizzarsi

Sicuramente la crisi economica e la precarietà del mondo del lavoro sta spingendo molte persone a cercare un impiego come badante. Le famiglie italiane fanno quindi bene a fare molta attenzione a chi si mettono in casa per evitare spiacevoli sorprese.

Tuttavia, la concorrenza ha anche degli effetti positivi. Notiamo infatti un aumento delle badanti qualificate in possesso di un titolo di studio come assistente familiare.

Le badanti con un titolo di studio hanno molta più facilità a trovare un impiego e guadagnano anche di più.

In sede di colloquio di lavoro, le famiglie italiane selezionano prioritariamente le candidate che scelgono questo mestiere per vocazione e che hanno ricevuto un’adeguata formazione.

Per aiutare le persone ad acquisire una vera e propria formazione nel campo dell’assistenza domiciliare alle persone anziane, l’università di Tor Vergata a Roma ha lanciato di recente un vero e proprio corso per diventare “assistente familiare”. Si tratta di un percorso formativo completo per rispondere ai bisogni delle persone fragili (autosufficienti e non) e delle loro famiglie, con 250 ore di didattica frontale e 250 di tirocinio.

Gli argomenti trattano le conoscenze essenziali per assistere un anziano: la psicologia dell’assistito e dei familiari, le patologie della terza età, l’igiene, la disinfezione e sanificazione, la trasmissione delle malattie, le nozioni di primo soccorso, la demenza e l’Alzheimer, la mobilizzazione, la prevenzione delle cadute, la fisioterapia domiciliare, le emergenze, la nutrizione ed altro ancora.

La legge inoltre premia le badanti qualificate. Il Contratto Collettivo Nazionale per il Lavoro domestico stabilisce una maggiore retribuzione per le badanti in possesso di un titolo di studio.

Lo stipendio minimo per una badante convivente qualificata è di 1385,6€ contro i soli 867,55€ percepiti da una badante non qualificata.

 

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