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Badante convivente o fissa, chi guadagna di più?

Pubblicato il 27-05-2020 in Busta paga colf e badanti

Quanto guadagna una badante convivente? Il vitto e l’alloggio sono sufficienti per compensare il minor stipendio percepito da una badante convivente rispetto a una badante non convivente? Scopri qual è il contratto più conveniente per te.

Badante fissa o convivente, cosa conviene?

A prima vista il contratto di badante convivente sembra più attraente.

La  badante assunta in regime di convivenza non deve pagarsi l’affitto di casa, le bollette di luce e gas e il vitto. Non è poco di questi tempi.

Ma se poi mettiamo sul piatto della bilancia le ore effettivamente lavorate da una badante convivente e il suo stipendio netto, siamo sicuri che questo contratto sia più vantaggioso?

Facciamo due rapidi calcoli per scoprire chi guadagna di più tra una badante convivente e una badante non conviventi.

Prendiamo come riferimento per fare i nostri calcoli, la tabella dei minimi retributivi 2020.

Orario di lavoro e riposo

Il contratto classico per le badanti conviventi consiste di 54 ore settimanali così ripartite: 10 ore dal lunedì al venerdì e 4 ore il sabato. La domenica è riposo.

Per le badanti non conviventi l’orario massimo è invece di 40 ore settimanali ripartite su 5 o 6 giorni.

Poi naturalmente c’è il riposo, obbligatorio per legge.

Le badanti conviventi hanno diritto a 11 ore di riposo consecutive nella giornata.

Inoltre, nel caso in cui l’orario giornaliero di lavoro non sia interamente collocato tra le ore 6.00 e le ore 14.00, oppure tra le ore 14.00 e le ore 22.00, la badante convivente  ha diritto ad un riposo intermedio non retribuito, normalmente nelle ore pomeridiane, di almeno 2 ore.

La badante non convivente ha diritto alla pausa pranzo (non retribuita) quando il suo orario di lavoro è più di 6 ore al giorno con presenza continuativa.

Badante fissa o convivente: chi guadagna di più?

Vediamo adesso qual è la remunerazione prevista dal CCNL Lavoro domestico per queste due tipologie contrattuali.

Per capire quale contratto sia più vantaggioso da uno punto di vista economico dobbiamo fare qualche calcolo, perché il CCNL stabilisce uno stipendio mensile minimo per le badanti conviventi e una paga oraria minima per le badanti non conviventi.

Prendiamo l’esempio di una badante di livello CS.

Se vuoi saperne di più sui livelli contrattuali clicca qui.

In base alle tabelle dei minimi retributivi 2020, lo stipendio mensile per una badante convivente, che lavora a tempo pieno (54 ore settimanali), è di 984,01 euro. Naturalmente, oltre allo stipendio c’è il vitto e l’alloggio, che devono essere assicurati dal datore di lavoro.

La paga oraria per la badante non convivente è invece di 6,83 euro.

Per fare un confronto tra questi due contratti, vediamo quale sarebbe la paga oraria per una badante convivente.

Facciamo un semplice calcolo:

54 (ore alla settimana) x 4,33 (settimane in un mese) = 233,82 ore lavorate in un mese

984,01 (stipendio mensile) / 233,82 (ore di lavoro mensili) = 4,21 euro l’ora

Scopriamo così che la paga oraria di una badante convivente è di 4,21 euro l’ora, mentre quella di una badante non convivente è di 6,83 euro! Più del 50%!

Dal punto di vista dello stipendio mensile, la badante convivente guadagna 984,01 euro al mese lavorando 54 ore alla settimane, mentre la badante non convivente ne guadagna 1.183 euro al mese lavorando 40 ore alla settimana.

Se facciamo il confronto a parità di ore lavorate – 40 ore mensili – la badante convivente guadagna 729, 17 euro, quasi 500 euro in meno di una badante non convivente.

Il confronto di stipendio diventa ancora più sfavorevole per le badanti conviventi se prendiamo in considerazione le ore effettivamente lavorate.

Come abbiamo visto, il CCNL garantisce alle badanti conviventi 11 ore di riposo consecutivo nel corso della giornata. Ma nella realtà questo raramente accade perché le famiglie spesso chiedono alle badanti conviventi di prendersi cura degli anziani anche di notte.

Non di rado le badanti conviventi, assunte con un contratto a tempo pieno di 54 ore settimanli, finiscono per lavorare fino a 16 ore al giorno!

Se facciamo due calcoli, scopriamo che la paga oraria di una badante convivente costretta a lavorare per 16 ore al giorno è meno di 3 euro l’ora!

Vitto e alloggio

Naturalmente il vitto e alloggio compensa il minor stipendio per una badante assunta in regime di convivenza. La badante convivente non deve, infatti, pagarsi un affitto, le bollette di luce e gas e il vitto.

Sicuramente fa una bella differenza.

D’altro canto, come abbiamo visto, la badante non convivente guadagna circa 500 euro in più, che le permettono di pagarsi un affitto e, cosa più importante, lavora molto meno ed è indipendente!

In conclusione, il contratto di convivenza può essere vantaggioso ma tutto dipende da quanto spendete per l’affitto di casa. Nelle grandi città come Roma e Milano, 500 euro al mese (la differenza di stipendio tra una badante convivente e una badante fissa) non sono sicuramente sufficienti per coprire le spese dell’affitto e delle utenze, ma se vivete in un piccolo paese di provincia è un altro discorso…

Poi molto dipende anche dalla famiglia che vi ospita e dalla mole di lavoro richiesta. Se il datore di lavoro è una persona per bene, che rispetta gli orari di lavoro previsti dal CCNL e non vi ammazza di lavoro, allora il contratto di convivenza può essere una bella opportunità, ma se così non è, allora non esitate a darvela a gambe! Molto meglio in questo caso un contratto come colf o badante a ore.

Tags: ccnl lavoro domestico , contratto badanti 2020

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