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Caregiver familiare: riconoscimento, requisiti e tutele

Pubblicato il 02-02-2024 in Assistenza anziani
caregiver familiare

Chi è il caregiver familiare? Riconoscimento, requisiti, quadro normativo e finanziamenti. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla figura del caregiver familiare.

Chi è il caregiver?

Chi è il caregiver? Questa domanda si pone spesso quando si parla di assistenza domiciliare, di malattie croniche o di anziani non autosufficienti. Il caregiver è la persona che si occupa di assistere e sostenere il familiare o l’amico malato o bisognoso, fornendogli cure, aiuto e conforto.

Il caregiver può essere un familiare, un amico, un vicino di casa o un volontario. Il caregiver svolge un ruolo fondamentale nella vita della persona assistita, ma anche nella società, contribuendo a ridurre i costi sanitari e sociali.

Il caregiver non è una figura professionale, ma una risorsa preziosa per il benessere della persona assistita e della sua famiglia. Tuttavia, il caregiver deve affrontare molte sfide e difficoltà, come lo stress, la fatica, l’isolamento, la mancanza di tempo per sé e per gli altri interessi. Per questo motivo, il caregiver ha bisogno di essere sostenuto e valorizzato, sia a livello personale che istituzionale.

In questo articolo, vogliamo approfondire il ruolo del caregiver, le sue caratteristiche, le sue esigenze e i suoi diritti.

Requisiti per diventare caregiver

Quali sono i requisiti per diventare un caregiver?

Per diventare un caregiver non esiste una formazione obbligatoria, ma è consigliabile avere delle competenze specifiche in base alle esigenze della persona assistita. Alcune di queste competenze sono:

  • Conoscere le basi dell’igiene personale, della nutrizione, della prevenzione delle piaghe da decubito e delle infezioni.
  • Saper riconoscere i sintomi di una crisi o di un peggioramento della condizione della persona assistita e come intervenire in caso di emergenza.
  • Saper gestire lo stress, l’ansia, la frustrazione e la solitudine che possono derivare dal ruolo di caregiver.
  • Saper comunicare efficacemente con la persona assistita, con i familiari, con i medici e con gli altri operatori sanitari.
  • Saper organizzare il tempo, le attività e le risorse a disposizione per garantire il benessere della persona assistita e il proprio.

Per acquisire queste competenze, è possibile frequentare dei corsi di formazione specifici per caregiver, organizzati da enti pubblici o privati, oppure consultare dei manuali, delle guide o dei siti web dedicati al tema.

Diventare un caregiver richiede impegno, dedizione, pazienza e amore, ma può essere anche una fonte di gratificazione personale e di crescita umana.

Come farsi riconoscere caregiver

L’assistenza ai propri cari è un compito che accomuna sempre più persone. In Italia, secondo stime recenti basate su due indagini ISTAT, i caregiver che gratuitamente si prendono cura di un genitore malato o di un familiare non autonomo sono tra i 7 e i 12 milioni.

Queste figure sono fondamentali per la società, soprattutto in un Paese come l’Italia, caratterizzato da un generale invecchiamento della popolazione.

caregiver familiare anziani

Negli ultimi anni, vari disegni di legge hanno cercato di dare riconoscimento alla figura del caregiver, ma nessuno di questi tentativi si è ancora tradotto in una legge specifica che disciplini la figura del caregiver familiare, riconoscendone il ruolo e prevedendo diritti e tutele, di tipo previdenziale e retributivo.

Il profilo del caregiver è stato riconosciuto e delineato normativamente per la prima volta dalla legge di bilancio 2018 (articolo 1, commi 254-256, Legge n. 205 del 2017), che al comma 255 lo definisce come “persona che assiste e si prende cura di specifici soggetti”, ma manca ancora una legge che riconosca la qualifica di caregiver familiare e che destini apposite tutele previdenziali, professionali, assicurative e fiscali a questa figura.

Non sorprende che il Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità abbia accolto il ricorso di una caregiver familiare italiana, Maria Simona Bellini, con Decisione del 3 ottobre 2022, avendo “riscontrato che l’incapacità dell’Italia di fornire servizi di sostegno individualizzati a una famiglia di persone con disabilità è discriminatoria e viola i loro diritti alla vita familiare, a vivere in modo indipendente e ad avere un tenore di vita adeguato”.

Tutele previste dalla legge 104 per il caregiver

In assenza di una disciplina specifica per i caregiver familiari, in Italia il riconoscimento di questa figura è subordinato al riconoscimento della disabilità della persona assistita.

A questo scopo, il principale riferimento normativo è rappresentato dalla legge 104 (legge 5 febbraio 1992, n. 104), che regolamenta l’assistenza, l’integrazione e i diritti delle persone con handicap. Oltre a stabilire una serie di tutele per gli assistiti, la legge 104 fissa anche alcune agevolazioni per i familiari che se ne prendono cura e i requisiti necessari per goderne.

Le condizione essenziale per beneficiarne è che la persona disabile sia portatrice di un handicap grave: l’assistito, quindi, deve essere affetto da “una minorazione fisica, psichica o sensoriale” che “abbia ridotto l’autonomia personale in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione”.

Gli altri requisiti richiesti prevedono che il caregiver familiare:

  • sia coniuge, parente o affine (la legge si applica anche a conviventi di fatto e parti di unione civile) entro il secondo grado, oppure, in determinate circostanze, entro il terzo grado;
  • presti assistenza volontariamente, gratuitamente, in modo permanente e per un periodo continuativo;
  • sia incaricato dell’assistenza dal familiare disabile.

I benefici previsti dalla 104 a favore dei caregiver familiari sono di natura lavorativa e fiscale e consistono in:

  • 3 giorni al mese di permessi retribuiti per i lavoratori dipendenti che assistono un familiare disabile;
  • un congedo straordinario di due anni destinato ai dipendenti che devono prendersi cura di un proprio caro non autosufficiente;
  • l’anticipo pensionistico (APE sociale), un’indennità erogata dall’INPS e riservata a chi assiste un familiare con grave disabilità.

A questa norma si sono poi aggiunte nel tempo altre disposizioni, come il cosiddetto Bonus caregiver e il Fondo per il caregiver familiare, che stabiliscono altre tutele.

Il Bonus caregiver per l’assistenza domiciliare

Il Bonus caregiver (HCP – Home Care Premium) è una misura di supporto destinata a chi si prende cura di un familiare non autosufficiente che necessita di assistenza domiciliare.

Prevede due diverse tipologie di benefici:

  • un contributo economico, che consiste in un rimborso delle spese sostenute per l’assunzione di un assistente domiciliare;
  • un contributo sociale, che dà la possibilità di usufruire di prestazioni integrative offerte da strutture socio-sanitarie convenzionate.

Il Fondo per l’assistenza ai caregiver

Come accennato, il Fondo per il caregiver familiare è stato previsto per la prima volta dalla legge di bilancio 2018 e poi riconfermato, con una dotazione aumentata, per il triennio 2019-2021. A definire criteri e modalità di utilizzo delle risorse del Fondo 2022 è stato il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità del 17 ottobre 2022, pubblicato il 27 dicembre 2022 in Gazzetta Ufficiale, che ha dato attuazione a quanto previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza 2022-2024.

Si tratta di quasi 25 milioni di euro destinati alle Regioni, che dovranno trasferirli agli ambiti territoriali per la realizzazione di interventi di sollievo e di sostegno ai caregiver familiari. Le misure che potranno essere erogate includono:

  • assegni di cura;
  • bonus socio-sanitari utilizzabili per prestazioni di assistenza;
  • interventi di sollievo che permettano al caregiver di prendersi una pausa dal  compito di assistenza, per esempio attraverso il supporto di una figura che lo sostituisca o il ricovero temporaneo del proprio caro in una struttura residenziale;
  • percorsi di sostegno psicologico individuale o di gruppo.

Per conoscere in dettaglio le tutele previste nel proprio territorio di residenza, è consigliabile rivolgersi ai Comuni o alle Aziende Sanitarie.

 

 

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