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Come prevenire e curare la frattura del femore negli anziani

Pubblicato il 08-11-2022 in Assistenza anziani
frattura femore anziani

L’osteoporosi e le fratture ossee, in particolare la frattura del femore, sono malattie e disagi frequenti tra le persone anziane. Ecco qualche piccolo consiglio per prevenire la frattura del femore

Negli anziani le fratture ossee sono molto frequenti, soprattutto la frattura del femore che, purtroppo, accade molto spesso comportando importanti conseguenze nella vita del paziente.

La frattura del femore colpisce principalmente anziani con un’età compresa tra i 70 e i 90 anni e, generalmente, sono le donne a essere più interessate, in quanto maggiormente esposte all’osteoporosi. Quando avviene, il femore si può fratturare in modi diversi e non necessariamente a seguito di un trauma o una caduta; successivamente, il paziente deve sottoporsi a un intervento chirurgico e affrontare un periodo di riabilitazione post-operazione.

Cause e fattori di rischio

Il femore è, tra tutti, l’osso più lungo e più resistente del corpo umano; basti pensare che, unendo anca e ginocchio, riesce a reggere tutto il peso di ciascun individuo. Con l’avanzare dell’età accade che il peso corporeo rimane sempre lo stesso (al massimo aumenta, o diminuisce leggermente) mentre la resistenza del femore si riduce notevolmente; ecco perché le fratture negli anziani si localizzano proprio qui e, in particolare, nella parte alta vicino all’anca.

Anatomicamente parlando, il femore è composto da 3 parti:

  • estremità prossimale, che si unisce all’articolazione dell’anca;
  • corpo del femore;
  • estremità distale, quella vicina al ginocchio.

A seconda di dove avviene la lesione si può parlare di frattura del femore, del collo del femore, del grande o piccolo trocantere e via dicendo. Inoltre, ogni frattura può essere composta o scomposta: nel primo caso, l’osso si divide in 2 parti che rimangono comunque allineate; nel secondo caso, invece, le parti dell’osso cambiano posizione rispetto a quella originale.

Considerando che la densità ossea negli anziani è molto scarsa, il fatto che il femore possa fratturarsi improvvisamente e con gravi conseguenze non deve destare stupore, ma merita in ogni caso grande attenzione.

Frattura del femore spontanea nei pazienti anziani

Come accennato inizialmente, la frattura del femore negli anziani non avviene necessariamente a seguito di una caduta o un trauma, anzi; nella maggior parte dei casi accade l’esatto opposto, cioè che il femore si frattura causando una brusca e improvvisa caduta. Si tratta della frattura del femore spontanea, tipica dei pazienti anziani.

A essere maggiormente esposte a questo incidente sono le donne che, dopo la menopausa, vanno incontro a un evidente indebolimento osseo; la conseguenza può essere o l’osteopenia o l’osteoporosi.

Sintomi

Quando avviene una frattura del femore spontanea non sempre il soggetto colpito si accorge immediatamente di quanto accaduto; sicuramente, il primo sintomo è il dolore improvviso e acuto, che può essere accompagnato anche da:

  • dolore irradiato a inguine e ginocchio;
  • impossibilità di camminare, flettere o ruotare l’anca;
  • lividi e/o gonfiore;
  • accorciamento dell’arto fratturato;
  • piede ruotato verso l’esterno.

Dato che è lecito avere qualche dubbio sull’origine dei sintomi, è consigliato rivolgersi al medico non appena il dolore inizia a farsi sentire.

Conseguenze

Quando si ha a che fare con un anziano con femore fratturato si tende a pensare sempre al peggio; in realtà, non sempre si hanno conseguenze gravi e permanenti, se non invalidanti, anche perché tutte le fratture di questo tipo vanno trattate chirurgicamente con esiti estremamente positivi.

Il vero rischio insorge quando non si interviene tempestivamente: possono insorgere infezioni e causare danni irreversibili ai nervi, per questo è molto importante correre subito al pronto soccorso o chiedere l’aiuto del medico curante.

La parte peggiore, forse, che un anziano si trova ad affrontare è la riabilitazione post intervento: molti pazienti riscontrano grandi difficoltà nel riprendere lo stile di vita seguito prima della frattura e possono incorrere nella frattura dell’altro femore, dato che inevitabilmente andranno a sforzare l’arto sano per rimettersi in piedi.

In ogni caso, è doveroso precisare che numerosi pazienti, anche ultra 90enni, riescono a sostenere in modo impeccabile non solo l’intervento, ma anche la riabilitazione post-operatoria riprendendosi completamente e senza alcuna ricaduta. Spesso questo dipende dalle condizioni di salute del paziente e dal suo stile di vita, quindi assumere delle sane abitudini di prevenzione non può che rivelarsi (a lungo termine) un vero salvavita!

Intervento chirurgico e riabilitazione

Nel 90% dei casi, in presenza di femore fratturato si procede con l’intervento chirurgico, che varia a seconda della tipologia di frattura:

  • fratture trocanteriche: interessano una zona dell’osso vascolarizzata, dove passa del sangue, quindi la chirurgia tende a ricomporre la frattura per fissarla con una placca o con un chiodo;
  • frattura del collo del femore: vengono tendenzialmente trattate con una protesi.

In ogni caso, l’obiettivo dell’intervento è sempre lo stesso: rendere il paziente anziano autosufficiente. Nella maggior parte dei casi, i soggetti collaborativi riescono a camminare già dopo 72 ore dall’intervento, ovviamente con il supporto di adeguata fisioterapia.

Per fortuna, i progressi della medicina consentono al giorno d’oggi di operare tutte le fratture del femore; sono rari i casi in cui la lesione viene dichiarata inoperabile e, generalmente, si tratta di pazienti con storie cliniche complesse o affetti da altre patologie.

L’importante è focalizzarsi sulla riabilitazione, semplicemente indispensabile per tornare in piedi e potersi muovere liberamente. A dare indicazioni precise è l’ortopedico che ha seguito l’intervento che, solitamente, consiglia di:

  • far cambiare spesso posizione al paziente;
  • iniziare una riabilitazione leggera a lettino (la cosiddetta mobilitazione);
  • proseguire con la riabilitazione in sala.

La riabilitazione post-chirurgica inizia quasi sempre in ospedale, per poi procedere in un centro fisioterapico specializzato. Possono servire 2-3 mesi per ottenere un totale recupero, ma è necessario lavorare sodo per riacquistare sicurezza e stabilità. Nei pazienti anziani, poi, è indispensabile lavorare sul rinforzo muscolare, dato che è altamente probabile che i muscoli fossero già indeboliti ancora prima dell’intervento.

Inoltre, il processo riabilitativo è molto importante per il paziente anziano perché gli permette di preservare il femore sano, evitando di caricarlo e sforzarlo eccessivamente.

Come prevenire

Sottrarsi al processo di invecchiamento è impossibile, mentre è possibile prevenire la rottura del femore adottando piccoli accorgimenti quotidiani; ovviamente non possono accadere miracoli e se ossa e muscoli tendono a indebolirsi inesorabilmente c’è poco da fare, ma sicuramente può aiutare:

  • rivolgersi a medici specialisti, come gli ortopedici, per effettuare controlli di routine e tenere sotto controllo la salute delle proprie ossa;
  • iniziare preventivamente una terapia, che sia fisioterapica o farmacologica, per migliorare l’equilibrio e mantenere una muscolatura forte e sana;
  • condurre una vita equilibrata, caratterizzata da moderata attività fisica e dieta variegata ad alto contenuto di calcio.

Infine, può essere utile evitare movimenti bruschi e improvvisi e rimuovere tutti i tappeti in circolazione, soprattutto in corridoi, camere e bagni; prevenire è meglio che curare!

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