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Detrazione spese badante: come funziona e quanto mi spetta

Pubblicato il 30-08-2022 in Busta paga colf e badanti

Si possono scaricare le spese per la badante o la casa di riposo? Dagli importi ai requisiti ecco le istruzioni per accedere alle agevolazioni fiscali per chi assiste una persona anziana.

Il datore di lavoro domestico ha diritto a delle agevolazioni fiscali che gli consentono di scaricare il costo del personale addetto all’assistenza di persone anziane..

Questi aiuti che lo stato riconosce a chi assume una badante appartengono a due categorie distinte: esiste la detrazione fiscale e la deduzione.

Nel complesso, l’entità di questi sgravi fiscali è molto modesta. A fronte di una spesa annua media per la badante di circa 20 mila euro, questi sgravi fiscali non arrivano a 1.000 euro.

Vediamo nel dettaglio quali sono le differenze tra queste due agevolazioni fiscali, la detrazione e deduzione, e quando possiamo beneficiarne.

Spese e contributi colf e badanti: la differenza tra detrazione e deduzione

Deduzioni e detrazioni fiscali sono due concetti differenti, sebbene entrambi facciano riferimento ad agevolazioni fiscali che permettono di usufruire di sconti da parte del Fisco.

In parole semplici, la detrazione fiscale è una diminuzione dell’Irpef lorda, mentre la deduzione permette di abbattare il  reddito imponibile e quindi con una conseguente aliquota minore dell’IRPEF.

Per un approndimento sulla differenza tra detrazione e deduzione fiscale, ti consigliamo di leggere l’articolo:

Deduzioni-e-detrazioni-fiscali-quali-sono-le-differenze

Detrazione delle spese della badante

La detrazione permette di dedurre dall’irpef il 19% del costo della badante fino a un importo massimo di 2.100 euro.

La detrazione spetta anche se le prestazioni di assistenza sono rese da:
una casa di cura o di riposo
una cooperativa di servizi
un’agenzia interinale

A fronte di un costo complessivo di una badante dai 15 mila euro ai 22 mila, la detrazione massima è di 399 euro.

La detraibilità del 19% delle spese sostenute si applica quando:

  • l’anziano assistito non è auto sufficiente
  • il reddito complessivo del contribuente non supera l’importo di 40mila euro

 

Definizione di non autosufficienza

La detrazione fiscale in favore del datore di lavoro che assume una badante è ammessa solo nel caso un cui l’assistito si trovi in una condizione di non autosufficienza.

Per la legge sono considerate non autosufficienti le persone che in seguito a malattie, infortuni, disabilità o per l’età avanzata non sono in grado di occuparsi da sole della propria cura personale e dell’alimentazione, non sono in condizioni di vestirsi e camminare senza aiuto e necessitano di sorveglianza continuativa.

L’agevolazione fiscale è riconosciuta anche nei casi in cui l’assistito si trovi in un situazione di non autosufficienza momentanea, per esempio, in seguito ai postumi di un incidente.

La condizione di non autosufficienza deve risultare da un certificato medico e la badante deve essere assunta con un livello CS o DS.

Per maggiori dettagli, leggi qui:

https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/la-detrazione-per-gli-addetti-all-assistenza-a-persone-non-autosufficienti

 

Chi può beneficiare della detrazione del 19%?

La detrazione può essere utilizzata dalla persona che usufruisce dell’assistenza o dai familiari che pagano la badante (coniuge, genitori, figli e nipoti, ecc). Non è necessario che si tratti di familiari conviventi, né che l’assistito risulti fiscalmente a carico di chi paga la badante. Ciò che conta è solo chi effettivamente sostiene la spesa.

 

Tetto massimo della detrazione

L’importo massimo chi il datore di lavoro può dedurre è di 2.100 euro. Ciò significa che la detrazione massima di cui si può beneficiare è di 399 euro (il 19% di 2.100).

Questo tetto massimo di spesa deducibile prescinde sia dal numero delle badanti assunte sia da quante persone effettuano il pagamento. In altre parole, anche se sono assunte più badanti per un solo assistito, l’importo massimo deducibile resta di 2.100 euro. E nel caso in ci siano più persone che pagano per la badante, quest’importo deve essere ripartito tra gli interessati.

 

Come documentare le spese

Per poter beneficare dell’agevolazione, il datore di lavoro deve fornire una adeguata documentazione per dimostrare di aver effettivamente sostenuto le spese di assistenza.

Con l’entrata in vigore della Legge di bilancio 2020 è stato introdotto l’obbligo di tracciabilità delle spese detraibili. I datori di lavoro domestico devono quindi corrispondere la retribuzione mensile con modalità tracciabili (bonifico, pos, carta di credito, ecc..) per poter usufruire dell’agevolazione del 19%.

 

Come dichiarare le spese della badante

Chi vuole usufruire della detrazione all’interno delle agevolazioni fiscali sulle badanti, deve riportare le spese sul 730. Dovrà farlo sui righi da E8 a E 10 (quindi sul quadro E – Oneri e spese) con il codice di spesa 15. Qui andrà segnata la spesa effettivamente sostenuta fino a 2.100 euro.

 

Deduzione dei contributi previdenziali versati per la badante

Oltre alla detraibilità Irpef del 19% delle spese sostenute per l’assistenza ad anziani non autosuffcienti, il datore di lavoro domestico può dedurre dal reddito imponibile l’importo dei contributi previdenziali pagati per colf e badanti entro il limite di 1.549,37 euro.

Questa deduzione spetta anche se la badante assiste una persona che risulta autosufficiente.

Non esiste un limite di reddito per poter beneficiare di quest’agevolazione, che non può superare l’importo massimo di 1.549,37 euro.

Per fare un esempio, un lavoratore dipendente con un reddito imponibile di 25mila euro, in base alla tipologia di lavoratore assunto, può beneficiare di uno sconto Irpef di massimo 450 euro.

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