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Dl Rilancio 2020, al via la regolarizzazione degli stranieri

Pubblicato il 15-05-2020 in Busta paga colf e badanti

Dl Rilancio 2020, sempre più vicina l’intesa tra Partito Democratico, Movimento 5stelle e Italia Viva per la regolarizzazione dei lavoratori immigrati. Scopri quali sono i tempi e le modalità per richiedere il permesso di soggiorno temporaneo.

Oltre al bonus colf e badanti, il Dl Rilancio 2020 contiene un’altra novità interessante per i lavoratori del settore domestico, che sono in larga parte cittadini stranieri.

Si tratta del progetto di regolarizzare i lavoratori immigrati a cui è scaduto o che non hanno mai avuto il permesso di soggiorno in Italia.

L’obiettivo del governo è quello di fare emergere il lavoro in nero e regolarizzare i cittadini stranieri che sono alla ricerca di un lavoro.

Secondo gli studi della fondazione Moressa, la misura riguarderebbe circa 500 mila perone (200 mila colf e badanti e 300mila lavoratori dell’agricoltura).

Per il momento non c’è niente di sicuro, ma l’accordo politico tra Partito Democratico, Italia Viva e Movimento 5stelle sembra essere molto vicino.

Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri l’11 maggio ha dichiarato che un’intesa è stata raggiunta. Ma restiamo cauti. La questione è delicata, soprattutto a causa dei contrasti in seno al movimento 5stelle, e l’accordo potrebbe saltare all’ultimo momento.

Aspettiamo quindi di vedere il testo ufficiale del decreto per conoscerne meglio tutti i dettagli.

Regolarizzazione stranieri 2020, ecco i punti principali della bozza

I datori di lavoro che hanno impiegato cittadini stranieri con il permesso di soggiorno scaduto per fronteggiare l’emergenza sanitaria potranno richiederne l’emersione e la regolarizzazione a fronte della stipula di un contratto di lavoro subordinato. Questa misura riguarda anche l’emersione del lavoro nero per lavoratori italiani, precedentemente impiegati in nero. Potranno accedere alla misura tutti quelli che sono stati identificati con fotosegnalazione prima dell’8 marzo del 2020 o che possono dichiarare di aver risieduto in Italia continuativamente prima di quella data.

I settori lavorativi per cui si applica questa misura sono: l’agricoltura, l’allevamento e la zootecnia, la pesca e l’acquacoltura, l’assistenza alle persone affette da patologie o disabilità che ne limitino l’autosufficienza, il lavoro domestico.

Tutte le domande dovrebbero essere presentate dal 1 giugno al 15 luglio.

Nel caso sia il datore di lavoro a presentare la domanda dovrà versare un contributo forfettario di 400 euro per ciascun lavoratore. Mentre se è lo straniero a presentare la domanda (seguendo la procedura al punto due) dovrà versare 160 euro.

Saranno rigettate le domande dei datori di lavoro che sono stati condannati in passato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina o riduzione in schiavitù (articolo 600 del codice penale), intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (articolo 603 bis del codice penale) o se i lavoratori non saranno assunti in seguito alla regolarizzazione.

Sono esclusi gli stranieri che sono stati toccati da un decreto di espulsione, quelli che sono stati condannati anche in via non definitiva per uno dei reati previsti dall’articolo 380 del codice penale, per i delitti contro la libertà personale, per il traffico di stupefacenti, per lo sfruttamento della prostituzione, per il favoreggiamento dell’immigrazione o dell’emigrazione clandestina. Saranno annullate le domande in cui si dichiara il falso.

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