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Emergenza Coronavirus: come comportarsi con colf e badanti

Pubblicato il 16-03-2020 in Busta paga colf e badanti

Emergenza Coronavirus. Come gestire il rapporto di lavoro domestico. Cosa dice il CCNL. Indennità di disoccupazione NASPI. Criteri per accedere alla NASPI. Come fare richiesta.

Ora che l’Italia è ferma per l’emergenza Coronavirus, molte famiglie italiane  sono disorientate, non sapendo bene come comportarsi nei confronti di colf e badanti.

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza alla luce da quanto previsto dal CCNL e dalle ultime misure disposte dal governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria.

Ecco alcune risposte agli interrogativi più frequenti:

1) Le colf e badanti non conviventi devono restare a casa propria o possono continuare a lavorare dalla famiglia che le ha assunte?

Il DPCM del 11 marzo che ha decretato la sospensione della maggioranza degli esercizi commerciali non si estende al settore del lavoro domestico. Colf e badanti possono quindi continuare a lavoro previo consenso con il datore di lavoro.

2) Se la colf vuole continuare a lavorare e la famiglia vuole sospendere come ci si regola?

La soluzione migliore consiste nel trovare un accordo con il proprio datore di lavoro. Per esempio, il datore di lavoro può impegnarsi a recuperare le ore perse una volta che sarà terminata l’emergenza. In alternativa, le assenze possono essere considerate come permessi retribuiti. Un’altra possibilità consiste nel contabilizzare le assenze come ferie retribuite. Se il lavoratore non ha giorni di ferie disponibile, si può accordare con il datore di lavoro per ottenere delle ferie anticipate, senza dover interrompere il rapporto di lavoro e assicurandosi così una retribuzione.

3) Se invece è il lavoratore che sceglie per sua sicurezza di non recarsi sul luogo di lavoro contro il parere del datore di lavoro?

In questo caso l’unica via percorribile per non perdere il lavoro consiste nel chiedere le ferie retribuite oppure dei permessi non retribuiti, che il datore di lavoro non potrà rifiutare.

4) Il datore di lavoro può licenziare il collaboratore domestico?

Il datore di lavoro può scegliere di interrompere il rapporto di lavoro ma il licenziamento non può essere ritenuto per giusta causa.

La giusta causa non deve infatti essere confusa con una giusta motivazione da parte del datore di lavoro.

Ricordiamo che le motivazioni più frequenti riconosciute come giusta causa di licenziamento sono infatti:
– falsa malattia e falso infortunio del dipendente;
– rifiuto ingiustificato e reiterato del dipendente di eseguire la prestazione lavorativa;
– Abbandono ingiustificato del posto di lavoro da parte del dipendente e periodo di assenza non giustificato;
– Il collaboratore, durante l’esercizio delle sue mansioni,  sottrae beni al datore di lavoro;
– il lavoratore ha una condotta extralavorativa penalmente rilevante e idonea a far venir meno il vincolo fiduciario.

Il datore di lavoro che sceglie di interrompere il rapporto di lavoro dovrà pertanto rispettare i termini di preavviso. I termini di preavviso dipendono dagli anni di anzianità del lavoratore. Per maggiori dettagli:

https://www.lebadanti.it/blog/lettera-di-dimissioni-colf-e-badanti-tempi-di-preavviso-e-modalita-per-rassegnare-le-dimissioni-volontarie/

4) Il datore di lavoro può impedire alla sua badante convivente di uscire di casa?

No. Solo il governo può imporre questo tipo di limitazioni. Colf e badanti sono pertanto libere di uscire nelle ore libere per andare a passeggiare, fare la spesa, ecc nel rispetto delle limitazioni imposte dal governo a tutti i cittadini. Dovranno in questo caso munire di un’autocertificazione che attesti il motivo dell’uscita e le generalità del datore di lavoro.

5) Il governo ha previsto degli ammortizzatori sociali per i lavoratori domestici che perdono il lavoro?

No. Al momento il governo non ha predisposto nessuna misura per tutelare i lavoratori domestici che perdono il lavoro.

6) I lavoratori domestici che sono licenziati possono accedere all’indennità di disoccupazione NASI?

Sì. I lavoratori domestici possono accedere all’indennità di disoccupazione ma a condizione che siano  verificati 3 requisiti:

– il  licenziamento è involontario

– sono stati versati 13 settimane di contributi INPS negli ultimi 4 anni

– il lavoratore ha lavorato almeno 5 settimane negli ultimi 12 mesi

Per fare domanda di disoccupazione NASPI, il lavoratore deve presentare apposita domanda per via telematica all’INPS entro 68 giorni dalla data di cessazione del lavoro + il modulo SR163 INPS, utilizzando uno dei seguenti canali:

– direttamente all’INPS se si possiede il codice PIN

– presso CAF e Patronati

– telefonando al numero verde dell’INPS 8031664 se si chiama dal fisso o 06164164 se da cellulare.

7) Il pagamento dei contributi è sospeso?

Attualmente sono sospesi i termini di pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali, solo per gli undici comuni della precedente zona rossa, fino al 1° maggio 2020. Considerata la serrata generale di tutte le attività sul territorio nazionale, è possibile una estensione della moratoria.

8) Le badanti straniere che perdono il lavoro possono rientrare nei propri paesi di origine?

In linea teorica è possibile ma è fortemente sconsigliato. Molti collegamenti internazionali sono interrotti e la situazione negli aeroporti si fa ogni giorno più caotica. Inoltre la maggior parte dei paesi stanno applicando la quarantena obbligatoria per i viaggiatori in provenienza dall’Italia. Infine, non va sottovaluto il rischio di contagiare i propri cari nei paesi di origine.

Tags: ccnl lavoro domestico , coronavirus

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