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Evasione fiscale colf e badanti, come avvengono i controlli del Fisco

Pubblicato il 22-01-2020 in Busta paga colf e badanti

Colf e Badanti nel mirino della Finanza. Come fa il fisco a individuare i lavoratori domestici che evadono il fisco. Controlli incrociati della Guardia di Finanza con i dati dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate. Controlli sui movimento di denaro all’estero tramite i money center

Colf e Badanti nel mirino della Finanza

Colf e badanti finiscono nel mirino della guardia di finanza. L’ultimo rapporto del Mef sull’economia sommersa stima a quasi un miliardo l’evasione fiscale da parte di colf e badanti, ovvero la differenza tra quanto dovuto allo stato e quanto dichiarato da parte dei lavoratori domestici.

Il problema dell’evasione fiscale nel settore dei servizi domestici è tornato alla ribalta dell’agenda governativa  a seguito di un’indagine della guardia di finanzia della Spezia, lo scorso dicembre, che ha scovato 230 evasori totali tra colf e badanti.

Evasione fiscale colf e badanti, come avvengono i controlli del Fisco

Sono sempre più serrati i controlli della Guardia di Finanza, in collaborazione con l’INPS e l’Agenzia delle Entrate, per contrastare l’evasione fiscale da parte di colf e badanti.

Spesso e volentieri è il comportamento del contribuente stesso a far scattare i controlli anti evasione da parte della Guardia di Finanza. Nel caso della Spezia, per esempio, sono state le richieste di erogazione di prestazioni sociali in cui veniva sistematicamente omessa l’indicazione del reddito percepito dall’attività lavorativa, a insospettire gli ispettori della Guardia di Finanza .

Rispetto agli altri lavoratori dipendenti, i lavoratori domestici hanno una maggiore facilità (e forse anche convenienza) ad eludere gli obblighi di natura fiscale. Una famiglia che assume una colf o una badante non agisce come sostituto d’imposta. In altre parole, il datore di lavoro di un collaboratore domestico non effettua alcuna ritenuta a titolo di acconto, né rilascia la certificazione unica (Cu), limitandosi a versare i contributi previdenziali. Ricade quindi esclusivamente sul lavoratore la responsabilità pagare le imposte e presentare la dichiarazione dei redditi.

La dichiarazione dei redditi è tuttavia obbligatoria solo se il reddito complessivo del lavoratore è superiore a 8.150 euro. Esiste cioè una no tax area per i redditi inferiori a 8.150 euro. Secondo alcuni studi, questo rappresenterebbe un forte incentivo per i lavoratori domestici a dichiarare un numero di ore lavorate inferiore a quelle effettivamente lavorate per restare al di sotto della soglia di 8000 euro. Dalle analisi statistiche emerge una platea stimata di circa 230 mila collaboratori domestici che guadagnano tra 8.000 e 15.700 euro e pertanto hanno un forte incentivo a spostare i loro redditi sotto la soglia di 8.000 euro per beneficiare della no tax area.

Evasione fiscale colf e badanti, controlli anche sui soldi mandati all’estero

La guardia di finanza ha a disposizione diversi strumenti per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale nel settore degli aiuti domestici. Di recente le indagini della guardia di Finanza si sono concentrate sull’invio di denaro all’estero attraverso i money center.

I money center sono, infatti, uno degli strumenti prediletti dai lavoratori stranieri per inviare somme di denaro nei paesi di origine.

L’invio di denaro all’estero da parte di soggetti che non presentano dichiarazione dei redditi, o che dichiarano meno di quanto percepito in realtà, è una delle spie principali che fa scattare i controlli incrociati da parte di Guardia di Finanza, INPS ed Agenzia delle Entrate.

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