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Osteoartrosi e anziani: cosa sapere e come prevenirla

Pubblicato il 30-03-2023 in Assistenza anziani
osteoporosi e anziani

L’osteoartrosi è malattia cronica e degenerativa delle articolazioni, che colpisce soprattutto le persone anziane. Scopri quali sono le cause, i sintomi e la cura.

Che cos’è l’osteoartrosi?

L’osteoartrosi è una malattia cronica e degenerativa delle articolazioni, che colpisce soprattutto le persone anziane. Si tratta di una condizione che provoca dolore, rigidità, gonfiore e limitazione dei movimenti, compromettendo la qualità della vita e l’autonomia dei pazienti. In questo articolo vedremo di cosa si tratta, quali sono le cause, i sintomi e i possibili rimedi per contrastare l’osteoartrosi.

 

dolore osteoartrosi

Quali sono le cause dell’osteoartrosi?

Le cause dell’osteoartrosi non sono ancora del tutto chiare, ma si ritiene che siano coinvolti diversi fattori di rischio, tra cui:

L’età: l’osteoartrosi è più frequente nelle persone anziane, a causa dell’usura naturale delle cartilagini.

Il sesso: le donne sono più colpite degli uomini, soprattutto dopo la menopausa, quando diminuiscono gli ormoni femminili che proteggono le articolazioni.

Il sovrappeso: il peso eccessivo aumenta lo stress meccanico sulle articolazioni, soprattutto quelle che sostengono il corpo, come le ginocchia e le anche.

La genetica: alcune persone hanno una predisposizione ereditaria a sviluppare l’osteoartrosi, per via di difetti nella struttura o nella composizione delle cartilagini.

Le lesioni: traumi o infortuni alle articolazioni possono danneggiare le cartilagini e favorire lo sviluppo dell’osteoartrosi.

Le attività fisiche: alcune attività sportive o lavorative che comportano movimenti ripetitivi o carichi elevati sulle articolazioni possono accelerare il processo degenerativo delle cartilagini.

Quali sono i sintomi dell’osteoartrosi?

I sintomi dell’osteoartrosi variano a seconda della sede e della gravità della malattia, ma in generale si manifestano con:

Dolore: il dolore si avverte soprattutto durante o dopo il movimento dell’articolazione interessata e tende a peggiorare con il tempo. Il dolore può essere di tipo meccanico (legato al carico o alla sollecitazione dell’articolazione) o infiammatorio (legato alla presenza di sostanze irritanti nel liquido sinoviale che lubrifica l’articolazione)

 

Rigidezza: la rigidità si avverte soprattutto al mattino o dopo periodi di riposo prolungato e dura pochi minuti. La rigidità limita la mobilità dell’articolazione e rende difficili i movimenti quotidiani.

Gonfiore: il gonfiore è dovuto all’aumento di volume del liquido sinoviale o alla formazione di noduli ossei (osteofiti) ai margini delle articolazioni. Il gonfiore può essere accompagnato da calore e arrossamento locali.

Crepitio: il crepitio è un rumore simile a una scheggiatura o a una sabbia che si sente quando si muove l’articolazione. Il crepitio è causato dall’attrito tra le superfici ossee che non sono più lisce e uniformi.

Deformità: la deformità è una conseguenza della progressiva distruzione delle cartilagini e della modificazione della forma delle ossa. La deformità può alterare l’allineamento e la stabilità delle articolazioni e compromettere l’estetica.

Come si diagnostica l’osteoartrosi?

Per diagnosticare l’osteoartrosi, il medico si basa su diversi elementi: la storia clinica del paziente, l’esame obiettivo delle articolazioni, gli esami di laboratorio e le indagini strumentali.

La storia clinica consiste nell’intervistare il paziente sui suoi sintomi, le sue abitudini di vita, le sue malattie pregresse e familiari. Il medico cerca di capire da quanto tempo soffre di dolore articolare, se il dolore è continuo o intermittente, se si accentua con il movimento o il riposo, se è associato a gonfiore o calore locale, se interessa una o più articolazioni e quali sono le attività che gli causano maggior disagio.

L’esame obiettivo consiste nel valutare lo stato delle articolazioni coinvolte, osservandole e palmandole. Il medico cerca di individuare eventuali deformità, tumefazioni, crepitii o versamenti articolari. Inoltre, valuta il grado di mobilità e di forza muscolare delle articolazioni e la presenza di eventuali segni di infiammazione o infezione.

Gli esami di laboratorio servono a escludere altre cause di dolore articolare, come le malattie reumatiche o metaboliche. Il medico può richiedere un esame del sangue per verificare i livelli di alcuni parametri come la velocità di eritrosedimentazione (VES), la proteina C reattiva (PCR), il fattore reumatoide (FR), l’acido urico e altri. Questi esami possono essere normali o lievemente alterati nell’osteoartrosi.

Le indagini strumentali servono a visualizzare le strutture articolari e a valutare il grado di usura delle cartilagini e delle ossa. Il medico può richiedere una radiografia delle articolazioni interessate, che mostra la riduzione dello spazio articolare, la formazione di osteofiti (sporgenze ossee) e la sclerosi (indurimento) delle superfici ossee. Altre indagini più sofisticate sono la tomografia computerizzata (TC), la risonanza magnetica (RM) e l’ecografia, che permettono di evidenziare meglio i danni alle cartilagini, ai legamenti e ai menischi.

La diagnosi di osteoartrosi si basa quindi su un insieme di dati clinici, di laboratorio e strumentali che confermano la presenza di una degenerazione articolare. Il medico può anche classificare l’osteoartrosi in base alla gravità dei sintomi e al grado di compromissione funzionale dell’articolazione.

Come si cura l’osteoartrosi?

Il trattamento dell’osteoartrosi si basa su tre pilastri: farmaci, fisioterapia e stile di vita. Vediamoli nel dettaglio.

Farmaci: sono utilizzati per ridurre il dolore e l’infiammazione. I più comuni sono gli antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene o il naprossene, che possono essere assunti per via orale o applicati localmente sotto forma di gel o cerotti. Tuttavia, questi farmaci possono avere effetti collaterali a livello gastrico, renale e cardiovascolare, quindi vanno usati con cautela e sotto controllo medico. Altri farmaci che possono essere prescritti sono gli analgesici oppioidi, come il tramadolo o il codeina, che hanno un’azione più potente ma anche più dipendenza e tolleranza. Infine, ci sono i condroprotettori, come la glucosamina o il condroitin solfato, che hanno lo scopo di proteggere e rigenerare la cartilagine. Tuttavia, la loro efficacia è ancora controversa e dipende dal grado di usura dell’articolazione.

Fisioterapia: ha lo scopo di mantenere o recuperare la funzionalità dell’articolazione, prevenendo l’atrofia muscolare e la rigidità. Si basa su esercizi di mobilizzazione, stretching e rinforzo muscolare, che vanno eseguiti con regolarità e sotto la guida di un fisioterapista. Inoltre, si possono utilizzare tecniche di termoterapia, elettroterapia o ultrasuoni per stimolare la circolazione e favorire il rilassamento dei tessuti.

Stile di vita: è fondamentale adottare alcune abitudini salutari per contrastare l’osteoartrosi. Tra queste:

Mantenere un peso corporeo adeguato, per evitare un sovraccarico delle articolazioni.

Praticare un’attività fisica moderata e adatta alle proprie condizioni, come il nuoto, il ciclismo o il cammino, per migliorare la resistenza e la flessibilità delle articolazioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

Evitare movimenti ripetitivi o traumatici che possano danneggiare le cartilagini.

– Usare ausili ortopedici come stampelle, bastoni o tutori per sostenere le articolazioni più compromesse.

– Seguire una dieta equilibrata e ricca di antiossidanti, vitamine e minerali che possano contrastare l’infiammazione e favorire la salute delle ossa e delle cartilagini.

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