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Scatti di anzianità colf e badanti: quando vanno pagati

Pubblicato il 01-05-2024 in Busta paga colf e badanti

Troppo spesso ignorati, sia dai datori di lavoro che dalle colf e le badanti, il pagamento degli scatti di anzianità è un obbligo di legge. Ma come funzionano esattamente gli scatti di anzianità e quando devono essere pagati. Ecco tutto quello che devi sapere sugli scatti di anzianità.

Scatti di anzianità colf e badante

La maggior parte dei datori di lavoro si preoccupano di versare i contributi Inps ai propri collaboratori domestici, come è giusto che sia, ma spesso e volentieri si dimenticano  di pagare gli scatti di anzianità.

Non di rado, sono gli stessi lavoratori ad ignorare questo loro fondamentale diritto.

Vediamo quindi di capire un po’ meglio come funzionano gli scatti di anzianità e quando devono essere corrisposti al lavoratore.

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Che cosa sono gli scatti di anzianità colf e badanti

Le colf e le badanti che prestano servizio in modo continuativo presso lo stesso datore di lavoro hanno diritto a un piccolo aumento della retribuzione legato all’anzianità del servizio.

Gli scatti di anzianità non sono una novità. Sono stati introdotti dal legislatore nel 1972 per tutelare i lavoratori dipendenti.

Nel 1992, questa tutela del lavoratore dipendente è stata ulteriormente rafforzata. I legislatore ha infatti stabilito che gli scatti di anzianità non possono essere assorbiti dall’esistenza eventuale di un superminimo. Su questo punto avremo modo di fare chiarezza in seguito.

Per quanto riguarda le colf e le badanti, gli scatti di anzianità sono disciplinati all’articolo 37 del contratto collettivo del lavoro domestico.

Prima di approfondire l’analisi di quest’istituto, è importante sapere che il CCNL Lavoro domestico è stato rinnovato di recente (1 ottobre del 2020), ma il nuovo testo non ha modificato la disciplina degli scatti di anzianità.

Vediamo nel dettaglio cosa dice l’articolo 37 del CCNL a proposito degli scatti di anzianità:

  • Gli scatti di anzianità maturano ogni due anni per quei lavoratori domestici che sono in servizio presso lo stesso datore di servizio
  • L’aumento della retribuzione è pari al 4 % della retribuzione minima contrattuale prevista per ogni livello d’inquadramento
  • Il numero massimo degli scatti è fissato a 7
  • Il primo scatto di anzianità matura dal mese successivo al compimento di ogni biennio di servizio

Come si calcolano gli aumenti degli scatti di anzianità

Come abbiamento visto, il funzionamento degli scatti di anzianità è molto semplice: la retribuzione della colf o della badante in servizio presso lo stesso datore di lavoro aumenta del 4 % ogni due anni.  Il numero massimo degli scatti è fissato a 7.

Fin qui tutto bene.

Qualche piccolo chiarimento può tuttavia essere utile per evitare degli errori di calcolo.

La legge fa riferimento alla retribuzione minima contrattuale per il calcolo degli scatti di anzianità.

In altre parole, l’aumento del 4% della retribuzione non si calcola sullo stipendio netto percepito dal lavoratore, ma sullo stipendio minimo previsto dalla legge.

Ogni anno le associazioni datoriali d’intesa con le organizzazioni sindacali fissano le retribuzioni minime per le colf e le badanti.

Le retribuzioni minime variano in funzione delle diverse categorie contrattuali (o livelli d’inquadramento).

Per saperne di più sui livelli d’inquadramento delle colf e delle badanti, leggi l’articolo:

https://www.lebadanti.it/blog/livelli-inquadramento-colf-e-badanti-ccnl-lavoro-domestico/

Per conoscere invece lo stipendio minimo colf e badanti 2024: clicca qui.

Un esempio pratico può aiutare a fare chiarezza.

Prendiamo l’esempio di un contratto a ore per una badante non convivente inquadrata di livello Cs.
La paga oraria pattuita tra il datore di lavoro e la badante è di 8€ l’ora.
La paga minima per questa categoria contrattuale è di 6,93€ l’ora.
Lo scatto di anzianità è quindi pari 6,57 x 4% = 0,26 €.

Gli scatti di anzianità non sono assorbibili dal superminimo

Come abbiamo visto, la legge fissa uno stipendio minimo per le colf e le badanti, ma chiaramente nulla vieta al datore di lavoro e alla badante di accordarsi per un compenso maggiore.

Per riprendere il nostro esempio di una badante inquadrata di livello CS: la paga oraria concordata è di 8€ l’ora mentre la remunerazione oraria minima prevista dal CCNL è di 6,93€.

La differenza tra lo stipendio effettivamente pagato dal datore di lavoro e la retribuzione minima prevista dalla legge si chiama appunto il superminimo.

Il superminimo può essere assorbibile o no rispetto agli aumenti delle paga minima, a seconda di quanto stabilito nel contratto di lavoro.

Quando il superminimo è assorbibile, gli aumenti della retribuzione minima sono assorbiti dal superminimo e non aumentano la paga totale. Riprendendo il nostro esempio precedente, se la retribuzione minima passa da 6,93€ a 7,00€, il superminimo diminuisce da 1,07€ a 1,00€, lasciando quindi invariata la retribuzione effettiva di 8€.

Nel caso in cui il superminimo non sia assorbibile, gli aumenti della paga minima determinano un amento della retribuzione totale (ovvero non sono assorbiti dal superminimo). Nel nostro esempio, un aumento della paga minima da da 6,93€ a 7,00€ determina quindi un aumento della retribuzione effettiva dello stesso importo (8,07€).

Fatta questa premessa, è importante sapere che gli aumenti di stipendio generati dagli scatti di anzianità non sono assorbibili dall’esistenza di un eventuale superminimo.
In altre parole, il datore di lavoro è tenuto a pagare gli scatti di anzianità al lavoratore anche quando lo stipendio pattuito è maggiore di quello minimo previsto dalla legge.

Per un approfondimento sul superminimo colf e badanti, leggi qui:

https://www.lebadanti.it/blog/superminimo-colf-e-badanti-che-cose-e-come-si-calcola/

 

Fonte: articolo 37 CCNL Lavoro domestico

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