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Si può assumere un familiare come badante? Cosa dice la legge.

Pubblicato il 27-04-2023 in Busta paga colf e badanti
posso assumere un familiare come badante

Vediamo in quali circostanze possiamo assumere un parente come colf o badante e quali sono gli obblighi per il datore di lavoro.

Posso assumere un parente come colf o badante?

Si può assumere un familiare come badante? Questa è una domanda che molte persone si pongono quando hanno bisogno di assistere un parente anziano o invalido e non vogliono affidarsi a uno sconosciuto. La risposta non è semplice, perché dipende da diversi fattori, tra cui il grado di parentela, la condizione del familiare da assistere e le norme dell’Inps.

Parenti fino al 3 grado: figli, nipoti, fratelli, ecc

In generale, la legge consente di assumere un familiare come badante fino al terzo grado, cioè figli, nipoti, fratelli, zii, cugini, suoceri, generi e nuore. Tuttavia, non basta avere un legame di sangue o di affinità per poter stipulare un contratto di lavoro domestico con un parente: è necessario anche dimostrare che il rapporto sia effettivo e oneroso, cioè che il familiare svolga le prestazioni di assistenza in cambio di una retribuzione adeguata e non per mero obbligo morale o affettivo.

Questo significa che bisogna rispettare tutte le regole previste per i lavoratori domestici, come la comunicazione all’Inps dell’assunzione, il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, il rispetto del CCNL del settore, la tenuta del libro paga e del libro matricola, l’osservanza delle norme sulla sicurezza e sulle ferie. Inoltre, bisogna conservare le prove del pagamento dello stipendio al familiare assunto, come le ricevute bancarie o postali.

Posso assumere il coniuge, moglie o marito, per far la badante? La risposta è no.

Un caso particolare riguarda l’assunzione del coniuge come badante. In linea di principio, l‘Inps non accetta questo tipo di rapporto di lavoro, perché ritiene che tra i coniugi vi sia il dovere reciproco di assistenza morale e materiale e di collaborazione nell’interesse della famiglia.

Qualche eccezione prevista dalla legge

Tuttavia, ci sono delle eccezioni previste per alcune categorie di persone che fruiscono dell’indennità di accompagnamento e che sono:

  • grandi invalidi di guerra (civile e militare);
  • grandi invalidi per cause di servizio e del lavoro;
  • mutilati e invalidi civili;
  • ciechi civili;
  • sacerdoti della Chiesa cattolica al servizio di un vescovo.

In questi casi, è possibile assumere il coniuge come badante, purché si dimostri all’Inps l’esistenza e l’onerosità del rapporto di lavoro. Per farlo, si può inviare all’Istituto una dichiarazione di responsabilità tramite Pec o raccomandata, sulla quale l’Inps può effettuare dei controlli per verificare la veridicità delle informazioni fornite.

Assunzione di un parente come badante: cosa cambia al livello contributivo

L’aliquota contributiva da applicare al rapporto domestico cambia solamente se il rapporto di lavoro con il parente o affine entro il 3° grado si svolge in regime di convivenza.

Le tabelle contributive fornite dall’Inps prevedono un contributo orario diverso in questi casi, con esclusione del contibuto CUAF. Il contributo CUAF ha lo scopo di finanziare la Cassa Unica Assegni Familiari istituita dall’Inps. Attraverso questa cassa vengono erogati gli importi relativi agli assegni nucleo familiare per cui i collaboratori domestici fanno domanda all’Inps. Nel lavoro domestico infatti é l’Inps a corrispondere l’importo dell’ANF direttamente al collaboratore domestico senza che il datore debba fare nulla.
Nel caso di rapporto fra coniugi e tra parenti (figli, fratelli o sorelle e nipoti) o affini (genero, nuora e cognati) entro il 3° grado conviventi, l’Inps prevede un’aliquota diversa, senza quota CUAF dato che il datore e il collaboratore fanno parte dello stesso nucleo familiare e dunque il lavoratore non potrà richiedere gli assegni familiari.

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