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Sindrome Italia: la depressione delle badanti dell’est

Pubblicato il 25-06-2024 in Assistenza anziani

La “Sindrome Italia” è un fenomeno complesso che affligge molte donne dell’Est Europa che si trasferiscono in Italia per lavorare come badanti.

Questa condizione prende il nome da una serie di sintomi psichiatrici osservati in alcune donne che, dopo aver trascorso anni lontano da casa, mostrano segni di depressione, ansia e altri disturbi mentali. La sindrome è stata identificata per la prima volta nel 2005 da due psichiatri ucraini, Andriy Kiselyov e Anatoliy Faifrych, che hanno notato questi sintomi in pazienti che avevano lavorato in Italia come assistenti familiari.

Testimonianze

Nicoleta

Si inizia con Nicoleta, da tanti anni di nuovo in Romania ma ancora preda degli incubi e degli orrori subìti in Italia. A Treviso badava ad una coppia di anziani, lui aveva l’Alzheimer. Tornata a casa nel 2012 non si è più potuta togliere dalla testa le urla, gli insulti e i soprusi. ‘Nicoleta, sei una schifosa. Sta’ zitta!’. Racconta: ‘Quando sono tornata a casa mi sono accorta che parlavo con le voci […]. Avevo attacchi di panico, piangevo. I miei due figli mi guardavano come una sconosciuta. Avevano ragione: erano cresciuti senza vedermi, ormai era passato troppo tempo… Alla fine se ne sono andati via’. Meglio forse così, ammette lei: ‘Ma sì, che cosa ci stavano a fare con me? Hanno una vita da vivere. La mia, io l’ho regalata all’Italia’.

Gabriela

Gabriela è stata in Italia dieci anni, lavorava tutti i giorni, ventiquattro ore su ventiquattro. ‘Io prendevo settecento euro, non ho mai preso di più in dieci anni’. Ogni centesimo andava in Romania, non si è mai concessa niente – ‘neanche un succo, un gelatino’.

Carmen

Carmen ha vissuto dieci anni a Biella. ‘Potevo lavarmi una volta a settimana. Mi controllavano il cibo e l’acqua dovevo scaldarla sui termosifoni’. L’Italia, dice, l’ha fatta diventare ossessionata con le spese, scrive e annota tutto, come una spia, dice lei, e in casa non la sopportano più.

Elena

Elena è rientrata da pochi anni dall’Italia, è stata a Milano e a Firenze per otto anni. ‘Uscivo di casa solo per buttare la spazzatura’. Ma le cose sono molto cambiate al suo ritorno, soprattutto nel rapporto con suo marito, caratterizzato ora da liti furiose, botte e l’alcolismo di lui. Non va in terapia, non ci vuole andare, dice che guarisce continuando a lavorare e fa i turni di notte come guardia giurata. Dice che va a “badare” ai negozi – ormai è una deformazione mentale, oltre che professionale.

Elena Alexa

Elena Alexa ha lavorato a Verona, dove badava ad un’anziana signora di cento chili, lei era malnutrita ed era arrivata a pesarne cinquanta. Aveva “diritto” a sei mezze mele alla settimana – se così si può chiamare. Dormiva nel corridoio insieme al cane, la notte la signora si alzava e le andava a strappare i vestiti da addosso. Anche gli insulti erano pesanti: romena figlia di p…, morta di fame. A soffrire della madre lontana era soprattutto il figlio, inevitabilmente: ‘Mio figlio a diciannove anni aveva già i capelli bianchi, la sera dormiva con la mia foto sotto al cuscino. Tutto il tempo mi diceva Vieni a casa, vieni a casa, perché non vieni a casa? Io vado sul tetto della casa e mi butto giù‘.

Le cause della Sindrome Italia sono molteplici e complesse. Le badanti spesso lavorano in condizioni difficili, con lunghe ore e senza sufficiente supporto sociale. La lontananza dalla famiglia e la difficoltà di integrarsi nella società italiana possono contribuire a un senso di isolamento e solitudine. Al ritorno nel loro paese d’origine, molte di queste donne si trovano a dover affrontare la sfida di reinserirsi in una società che può sembrare cambiata durante la loro assenza, e questo può portare a una crisi di identità.

Fonte: https://www.eastjournal.net/archives/132789

Il libro “Sindrome Italia – Storia delle nostre badanti”, scritto da Tiziana Francesca Vaccaro e illustrato da Elena Mistrello, esplora queste tematiche attraverso il racconto di storie personali e testimonianze. Vaccaro ha dedicato due anni allo studio di questo fenomeno, intervistando donne che hanno vissuto questa esperienza e raccogliendo le loro storie.

La Sindrome Italia non è solo una questione di salute mentale individuale, ma riflette anche problemi sociali più ampi, come l’immigrazione, il lavoro nero e la mancanza di diritti per i lavoratori migranti. È importante che la società riconosca e affronti queste questioni per migliorare le condizioni di vita e di lavoro di queste donne, e per prevenire l’insorgere di problemi di salute mentale tra coloro che si prendono cura dei nostri anziani e malati.

La storia delle badanti dell’Est Europa in Italia è una storia di resilienza e sacrificio, ma anche una storia che richiede attenzione e azione per garantire che i diritti e il benessere di queste lavoratrici siano protetti e rispettati.

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