CCNL Colf e Badanti: Domande & Risposte per famiglie e badanti.

DOMANDE E RISPOSTE PER FAMIGLIE E BADANTI

CCNL Domande e risposte per famiglie e badanti

E’ obbligatorio comunicare all’INPS l’assunzione di una badante in prova?

Sì. Il datore di lavoro deve comunque effettuare la comunicazione di assunzione all’INPS anche se si ha intenzione di usufruire del periodo di prova.

ll periodo di prova ha una durata prestabilita?

La durata della prova è al massimo di 30 giorni lavorativi per i livelli D e D super, per gli altri livelli è di
8 giorni. La durata del periodo di prova deve essere indicata nella lettera di assunzione.

E se ci si dimentica di indicarlo?

In assenza di questa indicazione il periodo di prova si considera come non pattuito tra le parti e quindi si deve rispettare il periodo previsto dalle norme. Di conseguenza se il datore di lavoro decidesse di interrompere il rapporto di lavoro prima della scadenza prefissata dovrebbe dare un termine di preavviso.

Se il periodo di prova è indicato, si può interrompere immediatamente il contratto?

Sì.  il rapporto di Lavoro può essere interrotto senza alcuna motivazione prima dello scadere del periodo di prova e senza obbligo di dare il preavviso. Se pero il Iavoratore, come prima assunzione, proviene da altra regione ha diritto a un preavviso di 3 giorni.

L’interruzione del rapporto di Lavoro va comunica all’INPS?

Si. Il datore deve dare comunicazione all’INPS del licenziamento entro cinque giorni dalla data di cessazione del rapporto.

ll lavoratore può esigere una lettera che attesti il licenziamento?

Si, perché questo atto è necessario per poter eventualmente richiedere Indennità di disoccupazione.

La comunicazione all’INPS va fatta anche nel caso di cessazione del contratto a termine? ‘

Si, la comunicazione va fatta anche in questo caso perché l’INPS deve poi comunicare l’ammontare dei contributi di cessazione dovuti.

Come si calcola la durata del periodo di prova se non si tratta di badante convivente?

II periodo di prova va calcolato in riferimento ai giorni di Lavoro effettivo. Quindi, ad esempio per una colf che presta servizio per tre giorni a settimana, gli 8 giorni del periodo di prova saranno articolati

nell’arco di tre settimane.

In caso di assunzione di badante extracomunitaria convivente, è necessario dare comunicazione alla Questura del domicilio?

Si, è necessario presentare la denuncia di ospitalità per comunicare il datore di Lavoro e la residenza della badante.

La badante convivente entra a far parte dello stato di famiglia dell’assistito?

No. In base all’attuale regolamento anagrafico, i domestici, che coabitano con la famiglia del datore di Lavoro, sono iscritti in una scheda di famiglia a parte, a meno che non dichiarino di essere legati alla famiglia da vincoli affettivi, nel qual caso costituiranno famiglia anagrafica unica.

Si può stipulare un contratto a termine senza rischiare di doverlo poi rinnovare per forza?

E’ possibile stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato per motivazioni di carattere tecnico (attività predeterminata), organizzativo (assistenza extradomicilare) o sostitutivo (art. 7 CCNL). II contratto deve essere sottoscritto dal lavoratore per accettazione del termine, è necessario quindi lo scambio tra le parti della lettera di assunzione. La forma scritta non è necessaria quando il contratto sia di durata inferiore a 12 giorni di calendario. In ogni caso il lavoratore può rimanere a tempo determinato presso lo stesso datore per un totale di 24 mesi e non di più, altrimenti il contratto viene trasformato a tempo indeterminato in modo automatico.

La lavoratrice straniera ha diritto al pagamento del viaggio da parte del datore di lavoro quando va a casa?

No, il contratto non Io prevede. E invece previsto l’obbIigo di legge per iI datore di lavoro di pagare Ie spese in caso di espulsione.

Se assumo una colf a ore risparmio sui contributi se lavora almeno 25 ore a settimana?

Si, è vero. Se I’orario di lavoro e inferiore a 24 ore settimanali, il contributo orario è calcolato in base a tre diverse fasce di retribuzione, ossia fino a 8,06 euro; da 8,06 a 9,81; oltre. Se invece I’orario di lavoro è di almeno 25 ore settimanali, iI contributo è fisso per tutte Ie ore pagate e l’ammontare dovuto è pari allo 0,26%, contro Io 0,36% minimo per chi lavora meno ore.

Se la colf raggiunge le ore lavorando in più famiglie?

In questo caso ciascuna famiglia deve fare i conti rispetto al numero di ore lavorate e non è possibile avere la riduzione.

Quando un lavoratore è assente per malattia, come si deve comportare il datore di lavoro?

La malattia deve essere comprovata da un certificato medico, che va conservato dal datore di Lavoro.

ll certificato medico è necessario anche in caso di lavoratore convivente?

Per i lavoratori conviventi è necessario se la malattia interviene nel corso delle ferie o in periodi nei quali non sono presenti nell’abitazione del datore di Lavoro.

Cosa devo fare se il lavoratore dichiara di star male ma non porta il certificato?

In assenza del certificato medico, l’assenza è da considerare come ferie o permesso non retribuito (se le ferie sono esaurite).

Se il collaboratore domestico extracomunitario si ammala e resta in ospedale per quasi un mese, devo continuare a retribuirlo nei giorni di assenza, a pagargli i contributi e i dodicesimi di tredicesima, liquidazione e ferie?

In caso di malattia del dipendente Ie disposizioni contrattuali prevedono nei primi tre giorni iI pagamento del 50% della retribuzione gIobaIe di fatto; dal 4° giorno in poi, e fino al periodo massimo previsto in base aII’anzianità contributiva, iI 100% della retribuzione globale di fatto.

Si può licenziare una colf o badante in malattia?

II CCNL prevede I’obbIigo di conservazione del posto, superato il periodo di prova, per i seguenti periodi:

10 giorni di calendario per anzianità fino a 6 mesi; 45 giorni di calendario per anzianità fino a due anni; 180 giorni negli aItri casi. I termini sono aumentati del 50% in caso di malattia oncologica, documentata dall’ASL. ll periodo va calcolato in base d’anno. Quindi la colf o la badante in malattia può essere Iicenziata nel caso di superamento del periodo di conservazione del posto, anche se questo periodo non e continuativo.

La badante incinta può essere licenziata?

No, fino al termine del periodo di astensione obbligatoria. In caso di maternità, infatti, le norme del CCNL vietano il licenziamento delle lavoratrici madri per tutta Ia gravidanza e fino ai tre mesi di età del bambino. E però sempre consentito il licenziamento per giusta causa. Le assenze non giustificate entro i cinque giorni, ove non si verifichino cause di forza maggiore, sono da considerare giusta causa di licenziamento.

Quindi dopo questo periodo pub essere licenziata?

Si, non si applicano infatti le tutele previste per le altre lavoratrici madri per le quali il divieto di licenziamento e previsto fino ai 12 mesi di età del figlio.

Se la collaboratrice è incinta ma non ha ancora consegnato il certificato al datore, pub essere licenziata?

No, la collaboratrice non può essere licenziata anche se non ha il certificato di gravidanza. Questo infatti va consegnato obbligatoriamente solo entro due mesi dalla data presunta del parto.

E’ ammessa la flessibilità del congedo di maternità?

Ferma restando la durata complessiva del congedo di maternità (5 mesi), Ie lavoratrici che non effettuano Iavori pericolosi, faticosi o insalubri (artt. 7 e 11 del d.|gs. 151/2001) possono usufruire della flessibilità del congedo, astenendosi dal lavoro a partire del mese precedente Ia data presunta del parto e nei 4 mesi successivi alla nascita del bambino. Occorre presentare un certificato medico per poter ritardare il periodo di astensione dal lavoro.

Chi paga in questo periodo?

Durante il periodo di assenza obbligatoria Ia Iavoratrice ha diritto all’indennità di maternità pagata dall’INPS, pari all’8O% della retribuzione giornaliera convenzionale settimanale per le Iavoratrici domestiche. ll datore di lavoro non deve versare nulla.

Chi deve fare la domanda?

La domanda di congedo di maternità deve essere presentata dalla Iavoratrice. La comunicazione va fatta prima dell’inizio della maternità. La Iavoratrice è tenuta inoltre a comunicare la data di nascita del figlio e le relative generalità entro 30 giorni dal parto.

Durante questo periodo sono dovuti i contributi?

No. Il periodo è coperto da contribuzione figurativa da parte dell’iNPS quindi li datore di lavoro non deve versare nulla.

ll datore di lavoro ha l’obbligo di dare comunicazioni all’INPS per questo?

Si. Quando il collaboratore rimane assente per maternità per un intero trimestre contributivo I’iNPS richiede una comunicazione preventiva di sospensione contributiva. Per effettuare la comunicazione di sospensione e necessario seguire Ia procedura prevista sul sito.

E per quel che riguarda il Tfr?

Durante il periodo di maternità continua a maturare l’anzianità di servizio e rimarranno a carico del datore anche tutte Ie spettanze contrattualmente previste, ovvero il 100% dei Tfr e delle ferie e il 20% della tredicesima.

Durante questo periodo maturano le ferie? ‘

Si, il rateo di ferie matura normalmente anche durante il periodo di maternità.

Per una lavoratrice domestica c’è la possibilità di richiedere la maternità anticipata?

Si. Anche per queste lavoratrici Ia maternità a rischio deve però essere comprovata da certificato medico specialistico, vidimata dall’Ispettorato del Lavoro e fatta specifica richiesta all’INPS.

La colf ha deciso di dimettersi per rientrare nel suo paese. Ho però: il sospetto (non certezza) che possa essere incinta. Le dimissioni sono state già formulate sotto forma scritta. Ci sono rischi e cosa potrebbe avanzare l’interessata nei miei confronti?

La colf ha il diritto di dimettersi quando Io ritiene senza dover in alcun modo giustificare Ie sue decisioni. Le dimissioni in forma scritta sono obbligatorie in caso di gravidanza. Quindi Ia colf si è comportata secondo Ie norme contrattuali.

Non è richiesta in caso di maternità Ia convalida delle dimissioni?

No. La convalida delle dimissioni è stata esclusa nel caso del Lavoro domestico dal decreto Iegislativo 151/2015 (jobs act).

In caso di maternità Ia lavoratrice deve dare il preavviso se vuole lasciare il Lavoro?

No, in questo caso è esplicitamente escluso dal CCNL.

Le va pagato il preavviso in questo caso oppure no?

No, in questo caso poiché Ia lavoratrice è esclusa dal preavviso nulla è dovuto se lascia spontaneamente il Lavoro.

La lavoratrice domestica può chiedere l’astensione facoltativa per maternità fino ad un anno di età del bambino?

No, questa categoria di Iavoratrici è esclusa da questo tipo di trattamento.

Ha diritto alla flessibilità del congedo?

Si. Ferma restando la durata complessiva del congedo di maternità (5 mesi), Ie lavoratrici hanno diritto alla flessibilità del congedo, e quindi possono scegliere di lavorare fino all’ottavo mese o anche oltre. In quest’uItimo caso è necessario che un medico specialista del SSN attesti che tale opzione non possa arrecare danno alla salute della gestante e del nascituro.

Nel caso di lavoratore uomo come funziona il congedo di paternità?

Le norme prevedono un periodo di congedo obbligatorio di cinque giorni per il padre entro il quinto mese di vita del bambino. I giorni possono essere goduti anche in maniera non continuativa.

Chi paga queste ferie?

ll padre lavoratore dipendente ha diritto a un’indennità giornaliera a carico dell’INPS pari al 100% della retribuzione.

In caso di assunzione di un lavoratore in sostituzione occorre seguire una procedura specifica?

Si, in questo caso si deve stipulare un contratto a tempo “determinato per sostituzione” indicando tale causale sul sito INPS. Motivando in questo modo l’assunzione a tempo determinato, al rapporto di Lavoro verranno applicate le stesse aliquote contributive (più basse) utilizzate per ii tempo indeterminato.

E per quel che riguarda le condizioni contrattuali?

Di norma si applicano alla collaboratrice sostitutiva le stesse condizioni contrattuali della collaboratrice che sostituisce (orario, Iivello, ecc.).

In caso di contratto a tempo determinato occorre dare il preavviso al termine?

No, questo tipo di contratto si risolve in modo automatico alla scadenza.

Vanno fatte comunicazioni all’INPS?

Si perché è obbligatorio versare i contributi di cessazione che debbono essere richiesti aIl’istituto.

Se la lavoratrice decide di prolungare l’assenza si può prolungare anche questo tipo di contratto?

Si, il datore di lavoro può prorogare il contratto a tempo determinato e quindi protrarre Ia scadenza effettuando Ia specifica comunicazione all INPS.

ll contratto a termine per sostituzione si può trasformare a tempo indeterminato?

Si, è prevista la possibilità di trasformazione del contratto. Occorre darne comunicazione all’INPS che procederà al ricalcolo dei contributi dovuti.

Qual è l’orario di lavoro della badante?

Nei CCNL colf e badanti è stato stabilito che la durata normale deIl’orario di lavoro prevede un massimo di 10 ore giornaliere non consecutive, con 2 ore di riposo, per un totalee di 54 ore settimanali per i Iavoratori conviventi; 8 ore giornaliere non consecutive per un totale di 40 ore settimanali, distribuite su 5 giorni oppure su 6 giorni, per i Iavoratori non conviventi. II lavoratore convivente, oltre alle due ore giornaliere di riposo che interrompono le 10 ore massime di lavoro quotidiano, ha diritto ad un riposo di 11 ore consecutive neIl’arco della stessa giornata.

L’assistenza a due anziani costa di più?

No. Lo stipendio retribuisce Ie ore di lavoro e non il numero di anziani assistiti. Naturalmente una soIa assistente familiare non sarà in grado di seguire due anziani che abbiano continue esigenze di assistenza. Cosi come, non possiamo pensare che una sola badante possa seguire giorno e notte un anziano che dorme poco o niente.

Quali soluzioni quando la persona da assistere ha necessità di vigilanza anche notturna?

II contratto di lavoro prevede un massimo di 54 ore settimanali. Se si tratta di assistenza continua non è quindi possibile assumere una sola badante convivente. E possibile quindi ricorrere a due contratti, uno normale di convivenza e l’altro di assistenza notturna, oppure si possono stipulare due contratti di convivenza in modo che Ie badanti si alternino nei turni, anche per quel che riguarda Ie giornate festive.

Non è invece possibile ricorrere a forme di lavoro ripartito, quindi un unico contratto per due badanti, visto che sono previste nel CCNL?

No, non e possibile. Anche se la disposizione è ancora presente nel testo del contratto, con l’entrata in vigore delle norme sul jobs act la possibilità di ricorrere al contratto di lavoro ripartito è stata abolita per legge.

E’ possibile per la badante convivente dormire fuori casa nel week end?

II CCNL prevede in caso di convivenza iI diritto a un riposo settimanale di 36 ore, in aggiunta aIIe due ore quotidiane. Quindi è possibile accordarsi per consentire di assentarsi dal sabato pomeriggio senza rientrare per la notte. Si tratta di accordi che debbono essere messi per scritto nella Iettera di assunzione.

In caso di imprevista necessità di assistenza si può chiedere la rinuncia aI riposo settimanale?

In base al CCNL II riposo settimanale domenicale è irrinunciabile. In caso di prestazioni di Lavoro per esigenze imprevedibili e che non possano essere altrimenti soddisfatte, dovrà essere concesso un uguale numero di ore di riposo non retribuito nel corso deIIa giornata immediatamente seguente, mentre Ie ore Iavorate saranno retribuite con Ia maggiorazione del 60% deIIa retribuzione globale di fatto prevista per i giorni festivi.

In caso di periodo di lavoro inferiore all’anno, come si calcolano i giorni di ferie?

AI Iavoratore che non ha raggiunto un anno di servizio spettano tanti dodicesimi del periodo di ferie quanti sono I mesi di effettivo servizio prestato (si considera mese intero Ia frazione pari o superiore a I 5 giorni di calendario). Per calcolare Ie ferie, Ie frazioni di anno si calcolano in dodicesimi e si arrotondano sempre per eccesso.

La lavoratrice non vuole godere delle ferie e chiede il pagamento… è possibile?

In Iinea di principio non è possibile in quanto, come espressamente previsto dal CCNL si tratta di un diritto irrinunciabile. Nel caso di Iavoratore di cittadinanza non italiana che abbia necessità di godere di un periodo di ferie più lungo, aI fine di utilizzarlo per un rimpatrio non definitivo, è però possibile, su sua richiesta e con I’accordo del datore di Lavoro, I’accumulo delle ferie neII’arco massimo di un biennio.

Come vanno calcolate Ie ferie se la colf presta servizio a ore per più datori di lavoro?

Indipendentemente dalla durata deII’orario di lavoro, per ogni anno di servizio presso Io stesso datore di lavoro, iI Iavoratore domestico ha diritto a un periodo di ferie di 26 giorni (escluse Ie domeniche e Ie festività Infrasettimanali), da fruire preferibilmente, tenendo conto delle esigenze del datore di Lavoro, nel periodo giugno-settembre.

Quanto si pagano Ie ferie?

Durante il periodo di ferie al Iavoratore spetta, per ogni giornata, un ventiseiesimo della  retribuzione mensiIe. In caso di retribuzione oraria occorre prendere a riferimento II numero di ore effettuate di media in un mese e dividerle per 26, ottenendo così iI numero di ore equivalente a un giorno di ferie.

Le ferie debbono essere pagate anche alla colf che lavora a ore?

Le ferie vanno pagate anche in questo caso.

E come debbono essere retribuite?

I Iavoratori a ore percepiranno una retribuzione ragguagliata a 1/6 dell’orario settimanale per ogni giorno di ferie godute.

In caso di decesso dell’assistito è dovuto il pagamento del preavviso alla badante da parte degli eredi?

SI, Ia badante ha diritto al pagamento del preavviso anche in caso di cessazione deI contratto di Lavoro per Ia morte deII’assistito.

E’ dovuto il preavviso in caso di decesso dell’assistito anche se non è il datore di lavoro in quanto il contratto di assunzione è stato stipulato da un familiare?

In base alle norme contrattuali sono dovuti i 15 giorni di preavviso anche in caso di morte dell’assistito anche se formalmente non è il datore di lavoro.

ll pagamento di premi in busta paga e di ore di straordinario influenza tredicesima, Tfr, liquidazione?

Si. Tutte Ie voci vanno sempre calcolate sulla retribuzione globale pagata in corso d’anno.

ll contratto lavoro stabilisce che il lavoratore convivente ha diritto a riposo intermedio non retribuito non inferiore a due ore giornaliere. Se è convivente, nelle due ore può uscire o deve restare in casa pur riposando?

Nulla vieta alla badante o alla colf di uscire durante Ie ore di riposo, dato che ove Ie fosse richiesto un impegno di sorveglianza, ovvero di rimanere a disposizione anche in questo arco di tempo, evidentemente questo periodo non potrebbe essere considerato di riposo ma di lavoro a tutti gli effetti.

Dare la busta paga è un obbligo o è sufficiente che il lavoratore rilasci una semplice ricevuta?

La busta paga non può essere sostituita da semplici ricevute. II datore di lavoro, contestualmente alla corresponsione periodica della retribuzione, deve quindi predisporre un prospetto paga in duplice copia, una per il Iavoratore, firmata dal datore di lavoro, e l’altra per il datore di lavoro, firmata dal lavoratore.

ll datore di lavoro è tenuto a consegnare anche la Certificazione Unica?

Si, si tratta anche in questo caso di un obbligo previsto dal CCNL. II datore di lavoro deve consegnare il documento dal quale deve risultare Ia retribuzione complessivamente erogata e l’ammontare dei contributi versati, compresa Ia quota a carico del Iavoratore. L’attestazione deve essere rilasciata almeno 30 giorni prima della scadenza dei termini di presentazione della dichiarazione dei redditi, ovvero in occasione della cessazione del rapporto di lavoro.

ll datore di lavoro è in qualche modo obbligato a“vigilare”sul pagamento delle imposte da parte della colf?

N0. II datore di lavoro non è un sostituto d’imposta e non ha nessun obbligo in ambito fiscale.

La badante può avere il pagamento annuale anticipato del Tfr?

Si. ll CCNL prevede l’erogazione, dietro richiesta scritta del Iavoratore, per non più di una volta l’anno nella misura massima del 70% del dovuto.

Cos’è l’indennità di vitto e alloggio?

ll datore di lavoro in caso di contratto in regime di convivenza fornisce vitto e alloggio. Quando il dipendente non ne usufruisce materialmente il datore di lavoro è tenuto al riconoscimento in denaro del mancato godimento di vitto e alloggio che viene sommato alla normale retribuzione mensile. La valorizzazione è stabilita dal CCNL e varia ogni anno.

ll badante convivente deve essere retribuito per il massimo di ore previste dal contratto o può lavorare di meno?

Nulla vieta di assumere un badante convivente con un orario di lavoro limitato, ad esempio perché serve assistenza solo pomeriggio e notte. In questo caso, anche se convivente si può quindi stabilire un orario ridotto.

Come regolarsi allora con il contributo per i vitto e alloggio?

Nel caso in cui il collaboratore domestico goda dell’alloggio ma non del vitto, oppure il contrario, l’indennità sostitutiva sarà calcolata non sulla quota giornaliera totale. Quindi, se ad esempio una badante convivente assunta per 30 ore settimanali che dorme presso il datore ma non fruisce anche del vitto, ha diritto ogni mese all’indennità sostitutiva della colazione/pranzo più |’indennità sostitutiva della cena da moltiplicare per i giorni lavorati.

ll mio badante chiede che gli venga pagata l’indennità di vitto e alloggio quando va in ferie. Ha ragione?

Si, ha ragione. L’indennità di vitto e alloggio è un parte integrante della retribuzione dei Iavoratori conviventi. Di conseguenza è dovuta questa indennità quando non sono in servizio e non possono, quindi, usufruire dell’alloggio e dei pasti.

L’indennità è dovuta anche con la tredicesima?

Si, per Io stesso motivo.

Quando la colf a ore lavora per più famiglie come si calcolano tredicesima e Tfr?

Se il Iavoratore domestico presta servizio per più  famiglie ogni datore di lavoro è tenuto ad effettuare il calcolo della quota di tredicesima sulla base della retribuzione oraria corrisposta. Lo stesso per quel che riguarda il Tfr.

La badante che lavora da due anni da mia madre mi ha detto che il prossimo anno le devo dare di più per lo scatto di anzianità. E vero?

Si. Lo scatto di anzianità che spetta per ogni biennio di servizio presso lo stesso datore di lavoro, comporta un aumento del 4% sulla retribuzione minima contrattuale. II numero massimo degli scatti è fissato in 7.

La mia badante mi ha detto che potrebbe avere necessità di permessi per motivi familiari. Cosa prevede il contratto?

II CCNL stabilisce che i lavoratori hanno diritto a permessi individuali retribuiti. I Iavoratori conviventi hanno diritto a 16 ore annue. lnoltre il Iavoratore colpito da comprovata disgrazia a familiari conviventi o parenti entro il 2° grado ha diritto a un permesso retribuito pari a 3 giorni lavorativi.

Quanti giorni spettano invece a chi lavora a ore?

Per i Iavoratori non conviventi con orario settimanale inferiore a 30 ore, le 12 ore saranno riproporzionate in ragione dell’orario di lavoro prestato.

Può essere richiesta una prestazione lavorativa oltre l’orario stabilito in caso di necessità?

Si ma in nessun caso il lavoro straordinario dovrà pregiudicare il diritto al riposo giornaliero. E comunque considerato lavoro straordinario quello che eccede la durata giornaliera o settimanale massima fissata, salvo che il prolungamento sia stato preventivamente concordato per il recupero di ore non lavorate.

Come va retribuito lo straordinario?

Si prevede un aumento della retribuzione globale di fatto per i conviventi: del 25%, se prestato dalle ore 6.00 alle ore 22.00; del 50%, se prestato dalle ore 22.00 alle ore 6.00; del 60%, se prestato di domenica o in una delle festività nazionali. invece Ie ore di lavoro prestate dai Iavoratori non conviventi, eccedenti Ie ore 40 e fino alle ore 44 settimanali, purchè eseguite nella fascia oraria compresa tra le ore 6.00 e Ie ore 22.00 sono compensate con Ia retribuzione globale di fatto oraria maggiorate del 10%.

E se invece si tratta di un’emergenza?

In caso di emergenza effettiva, Ie prestazioni effettuate negli orari di riposo, sia di notte che di giorno, sono considerate di carattere normale e daranno luogo soltanto al prolungamento del riposo stesso.

La mia colf che lavora a giorni alterni, sostiene che le devo pagare lo straordinario festivo anche se la festa cade quando non lavora. Ha ragione?

Si, ha ragione. Per iI rapporto ad ore Ie festività debbono essere retribuite sulla base della normale paga oraria ragguagliata a un I/6 delI’orario settimanale. Le festività da retribuire sono tutte quelle cadenti nel periodo interessato, indipendentemente dal fatto che in tali giornate fosse prevista, o meno,la prestazione lavorativa.

E se invece dovesse venire a lavorare lo stesso?

In caso di prestazione lavorativa nei giorni festivi è dovuto, oltre alla normale retribuzione giornaliera, il pagamento delle ore Iavorate con Ia retribuzione globale di fatto maggiorata del 60%.

Quali limitazioni sono previste per risolvere il rapporto di lavoro?

Nessuna. Per Iegge iI rapporto di Lavoro domestico pub essere risolto senza vincoli e senza forma, fermo restando I’obbligo di corrispondere II preavviso contrattualmente dovuto.

Si può licenziare “a voce”o è necessario ricorrere a una comunicazione formale?

No, non è possibile. II datore di Lavoro deve dare notizia con una lettera della volontà di interruzione del rapporto poiché questo atto consente al lavoratore di poter richiedere I’indennità di disoccupazione.

E necessario inserire una motivazione nella lettera?

No, dal momento che per il contratto di Lavoro domestico non e necessario dare una motivazione per I’interruzione del rapporto e sufficiente indicare nella Iettera Ia data di cessazione prevista.

La lettera è necessaria anche in caso di contratto a termine?

No, in questo caso Ia Iettera non è richiesta dato che e previsto un termine già nella lettera di assunzione e questo consente aI lavoratore di presentare eventualmente Ia domanda di indennità di disoccupazione.

Quali sono le modalità di consegna della Iettera di licenziamento?

La Iettera può essere spedita tramite raccomandata aII’indirizzo di residenza, per conservare una ricevuta di comunicazione; in tal caso si deve indicare che il preavviso parte dal giorno di ricevimento della Iettera consegnata a mano facendosi firmare una copia da conservare in caso di contestazione.

Che fare se il lavoratore rifiuta di firmare la Iettera?

In questo è obbligatorio inviare Ia Iettera con raccomandata AR. La ricevuta va quindi conservata come prova di comunicazione. Con Ia ricezione della raccomandata si può procedere alla comunicazione di cessazione. In alternativa, considerato che iI soggetto destinatario della comunicazione potrebbe non ritirare Ia raccomandata, aI fine di evitare inutili Iungaggini, si potrebbe effettuare la consegna aIIa presenza di un testimone, che però non deve essere un parente.

Come regolarsi nel caso si voglia terminare il rapporto il giorno stesso?

Si, si può terminare il rapporto il giorno stesso della consegna della Iettera. In tal caso pero spetta l’indennità di mancato preavviso. Se il Iavoratore si dimette senza preavviso dovrà essere detratta dalla sua busta paga finale il preavviso mancato, importo corrispondente alla retribuzione che avrebbe percepito se avesse lavorato per i giorni di preavviso. Se invece il datore licenzia senza preavviso dovrà essere aggiunta alla busta paga finale del collaboratore l’indennità sostitutiva di mancato preavviso che corrisponde alla retribuzione che avrebbe percepito Iavorando per il periodo di preavviso dovuto.

Quali regole per la liquidazione?

Con la cessazione del rapporto di Lavoro e prevista per il collaboratore una Iiquidazione che comprende:

trattamento di fine rapporto;

pagamento delle ferie non godute;

pagamento della 13esima maturata da inizio anno.

Nel cedolino dell’ultimo mese, quindi, devono essere inseriti anche questi elementi con voce specifica.

Quali sono i motivi che possono dar luogo al licenziamento per giusta causa?

In base al diritto del Lavoro il licenziamento per giusta causa è possibile quando il dipendente ha messo in atto dei comportamenti talmente gravi che non sia più possibile proseguire il rapporto di Lavoro (art. 2119 codice civile). Le motivazioni più frequenti riconosciute come giusta causa di licenziamento sono: falsa malattia e falso infortunio del dipendente; rifiuto ingiustificato e reiterato del dipendente di eseguire Ia prestazione lavorativa; abbandono ingiustificato del posto di Lavoro da parte del dipendente e periodo di assenza non giustificato; furto; condotta extralavorativa penalmente rilevante e idonea a far venir meno il vincolo fiduciario

C’è una procedura specifica da seguire in questo caso?

Si, è obbligatorio contestare per scritto il comportamento non corretto. Se si tratta di assenza ingiustificata si può Iicenziare dopo 5 giorni dal ritiro della raccomandata, se non c’e stata risposta di giustificazione dell’assenza. Oppure, nel caso in cui Ia raccomandata non fosse ritirata, dopo 5 giorni dall’arrivo al datore della ricevuta del mancato ritiro.

Come regolarsi in merito al pagamento dell’indennità di preavviso?

ll licenziamento per giusta causa non prevede alcun pagamento dell’indennità di mancato preavviso al collaboratore.

Quali documenti servono per avere Ia detrazione per lo stipendio pagato alla badante?

Le spese devono risultare da idonea documentazione, che può anche consistere in una ricevuta debitamente firmata, rilasciata dall’addetto all’assistenza, e deve contenere gli estremi anagrafici e il codice fiscale di chi effettua il pagamento e di chi presta l’assistenza. Occorre poi anche la certificazione medica che attesti che l’assistito e un soggetto disabile.

Madre invalida che licenzia a metà anno la badante riassunta poi dalla figlia il mese successivocon uno stipendio più elevato. Avendo versato alla badante oltre 2.100 euro per ciascuna, madre e figlia possono avere entrambe la detrazione?

No. Come chiarito dall’Agenzia delle entrate da ultimo con la circolare del 13/2019 che detta Ie regole per il visto di conformità da parte dei Caf, Ia detrazione per le spese di assistenza e calcolata su un ammontare massimo di 2.100 euro per singolo contribuente, ma se più soggetti hanno sostenuto spese per assistenza riferite allo stesso familiare, il limite deve essere ripartito tra coloro che hanno sostenuto la spesa. Quindi madre e figlia non possono avere la detrazione di 2.100 euro per ciascuno, ma devono scegliere se attribuirla per intero a una di loro o dividerla.

In questo secondo caso la detrazione deve necessariamente essere divisa al 50%?

N0. La detrazione va ripartita tra tutti gli interessati in base alla quota di partecipazione alla spesa per la retribuzione. Quindi l’ammontare dipende da quanto dichiarato nella ricevuta.

Sono deducibili da parte del marito i contributi versati dalla moglie a carico per la colf?

No, in questo caso non spetta la deduzione al coniuge. L’agevolazione fiscale per i contributi versati per la colf, infatti, è riconosciuta solo per i contributi obbligatori a carico del datore di lavoro, e non è previsto che si possa usufruire dell’agevolazione nel caso in cui i titolari del contratto siano familiari fiscalmente a carico.

Nel caso in cui si debbano prendere due badanti per assistere una stessa persona che ha anche necessità di sorveglianza continua, è possibile avere la detrazione sulle due retribuzioni?

No. ll limite di 2.100 euro l’anno è il tetto massimo di detrazione per ciascun contribuente e per questa tipologia di spesa. Quindi se è solo un contribuente a pagare le due persone ha diritto alla detrazione sul massimo di spesa, a prescindere dalle somme versate come stipendio.

Una badante è stata assunta dal genitore anziano che risulta titolare del contratto, ma è pagata dai figli. Chi ha diritto alla detrazione?

L’agevolazione spetta a chi paga materialmente la badante, a prescindere da chi è il titolare del contratto. La detrazione non è Iimitata, infatti, al solo datore di lavoro.

E per quello che riguarda invece i contributi?

I contributi possono essere dedotti esclusivamente dal titolare del contratto di lavoro, a prescindere dal fatto che siano materialmente versati da soggetti diversi.

E’ riconosciuta la detrazione dello stipendio della badante se è il nipote che paga per la zia?

No. La detrazione è ammessa solo se la spesa è sostenuta in favore di familiari che rientrano tra quelli per i quali è previsto l’obbligo di assistenza, ossia tra i familiari elencati dall’art. 433 c.c. Gli zii non rientrano tra questi, in quanto le norme si riferiscono solo a: genitori e figli, coniuge, suoceri. Pero se il nipote è il titolare del contratto ha diritto a dedurre i contributi in qualità di datore di lavoro.

Se il datore di lavoro decide di pagare anche la quota contributiva a carico del lavoratore può detrarre l’intera somma pagata?

No, la detrazione fiscale spetta esclusivamente per i contributi dovuti per legge.

E’ possibile avere la detrazione per lo stipendio della badante senza certificazione del medico, in particolare quando si tratta di persona molto anziana?

No, non è possibile.Tra i documenti richiesti per attestare il diritto alla detrazione, infatti, rientra anche la certificazione medica attestante lo stato di non autosufficienza.

Sono deducibili i contributi obbligatori versati alla CAS.SA.COLF o all’EBILCOBA?

No, questi versamenti non sono deducibili in quanto non hanno una valenza contributiva ma rappresentano una forma di assicurazione in caso di malattia con contributi a favore sia per l’addetto che per il datore di lavoro.

Fonte: Colf e Badanti. Guida al rapporto di lavoro domestico
Antonella Donati Alessandro Bazzan